Dal Nero al Fuoco – Domenico Castaldi Pittore

Dal Nero al Fuoco

DOMENICO CASTALDI

D A L N E R O A L F U O CO

A N T A L O G I A C R I T I C A
1 9 9 0 – 2 0 1 2

Alessio Alessandrini – Flavia Benvenuto Strumendo 1 2-Boris Brollo 1 2Lorenzo BussiSara CarnelosMichelangelo Dal PosEnzo Di GraziaCarlo MasiMarco MarangoniPaolo LeviEnzo SantesePaolo RizziChiara TavellaPaolo VentiMarcello VenturoliSabrina Zannier

FLAVIA BENVENUTO STRUMENDO

Fertilità

Domenico Castaldi si è formato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Trasferitosi a Portogruaro ha accompagnato all’attività di insegnante quella di operatore culturale, pittore e scultore. E’ un’artista che, da sempre, ha rifiutato l’ovvietà e la facile seduzione di una modernità sradicata per privilegiare una pittura come luogo in cui esteriorizzare il proprio mondo interiore. Ha iniziato ad esporre in sedi autorevoli negli anni ‘80 – con positivi consensi di critica e di pubblico – accreditandosi su un discorso figurativo portato su toni alti. Fin dagli esordi si è distinto per uno stile personale – sottolineato da una napoletanità e da una sottile vena ironica intrisa di vaga inquietudine. Dagli anni ‘90 si misura anche con la scultura esprimendosi nel modellato della terracotta; si avvale cioè della creta, un materiale morbido, cedevole, acquiescente alla sua volontà (“pronto” alla manipolazione e alla trasformazione) per dar forma ad immagini che si caratterizzano per una singolare incisività e per un poetico cromatismo. Sono sculture per lo più enfatizzate su un’esuberanza barocca o popolaresca oppure suggestionate dal mito.
Flavia Benvenuto Strumendo
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LORENZO BUSSI

BANDIERA, BANDIERE, BANDERUOLE

LA BANDIERA DELLA REPUBBLICA È IL TRICOLORE ITALIANO: VERDE, BIANCO E ROSSO, A TRE BANDE VERTICALI DI EGUALI DIMENSIONI.
(ART.12 COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA)

Bandiera con ghigno
Bandiera con ghigno

Le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia hanno diffuso l’epidemia della bandiera, davanzali e balconi si sono riempiti di tricolori di foggia diversa: alcuni dai bei colori vivaci, usciti freschi freschi dal sacchetto di nailon che li conteneva, altri logori e vetusti, rimasti per anni rinchiusi in un sottoscala o in sofitta.
Anche Portogruaro è stata contagiata dalla “ bandierine ”! In borgo Sant’Agnese ho visto garrire un bandierone con al centro gli stemmi delle repubbliche marinare, mentre in un terrazzino di via Zappetti sventola una tricolore sabaudo. La stessa bandiera, certo, ma che assume significati diversi: l’orgoglio militare, la nostalgia monarchica, la passione nazionalistica …
Il Tricolore è uno, ma ognuno lo connota di valenze personali.
Questo concetto lo illustra bene Domenico Castaldi nella mostra “Bandiere”, allestita presso la Galleria del Centro, in via Martiri della Libertà 102, a Portogruaro (dal 2 al 19 giugno). Le bandiere di Castaldi presentano dei ghigni inquietanti e sono fregiate dagli aforismi di Leo Longanesi e Umberto Eco che pongono al visitatore un dubbio: ci può essere una sola bandiera o ognuno di noi ha la sua personale bandiera?
Una bella riflessione per il 150° anno dell’Unità d’Italia!


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PAOLO RIZZI

Dal profondo nero esce un raggio di luce: un segno di vita. Mimmo Castaldi parte appunto dall’azzeramento dell’immagine, cioè dalla non forma della notte. Quindi costruisce la sua porzione del mondo attraverso giustapposizioni di brani luminosi che s’innestano l’un l’altro, entro il ritmo di composizioni d’una calibrata semplicità. Le tele sono grezze, ruvide, ma gli inserti di carte trasparenti sembrano animarle nel contrasto e nell’unione, magari raccordate talvolta da inserti lignei. L’impressione è quella di un mondo africano recuperato da una nostra sensibilità: i toni bruni, grigi, le ocre, i marron bruciati, i bianchi slavati giuocano tra loro come in un tappeto, con accenti che rasentano una sorta di magia totemica.
Piavon di Oderzo (TV)
Cà Lozzio
(Novembre 1990).

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ENZO DI GRAZIA

… Nascono da qui le sue composizioni monocrome (con ossessiva preminenza del nero) che tendono per lo più ad organizzarsi come installazioni più o meno provvisorie e, sempre, con una preferenza esplicita alla gestualità dello stricking, controllata da una fondamentale cultura geometrica.
Ne nasce una proposta stimolante nella quale molti dati storici della poetica astratta sono riconoscibili da una sintesi finale originale e ricca di risvolti e prospettive.
Savona – Il Brandale (Ottobre 1991)

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PAOLO LEVI

UN PITTORE IN VIAGGIO

Poetica del Nero
Poetica del Nero

“Verso terre lontane” è una suggestiva tecnica mista di questo pittore napoletano, una specie di pellegrino per l’Italia (adesso per esempio, insegna a Portogruaro). L’opera citata, come le altre, ha la bellezza della materia, del segno e del colore. Soprattutto, una onestà di fondo. Siamo sempre più freddi. Di un’opera leggiamo ormai solo più la struttura, la sezioniamo come fossimo chirurghi e non amanti della coniugazione forma e colore. In realtà quello che si chiede a un artista è di trasmettere messaggi. Castaldi rispetta il suo compito, emanando immagini fiabesche,”situazioni spaesanti” come scrive Boris Brollo. Si tratta di una serie di lavori su carta, squillanti di colore, “il tutto controllato da un fondo che delimita, urta, sosta la visione costringendola dentro uno scenario teatrale aperto”. Un artista che si salva perché per lui non ci sono etichette.

La Repubblica 1992
Studio Anna Virando, corso Lanza 105 Torino.
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FLAVIA BENVENUTO STRUMENDO

Cavaliere

“TERRA” STRANIATA DA FORME E COLORI
Momento di dilatazione e di intensificazione dell’esperienza pittorica, la scultura per Domenico Castaldi diventa una forma espressiva con un suo inconfondibile spessore linguistico.
Collegata idealmente alla tradizione delle avanguardie storiche, che coniugano progetto artistico e vita vissuta, essa sembra dettata e governata da un interesse socio antropologico che induce l’artista a ricalcare le tracce delle proprie origini campane e ad interrogarsi sulle condizioni della società contemporanea, sui dubbi e le perplessità che essa crea. Castaldi, sposando l’idea che l’arte è metafora della vita, con un gusto ludico e grottesco tendente a sdrammatizzare la sacralità della scultura, cattura – in un momento magico compreso tra realtà e dimensione surreale – ricordi personali, frammenti di quotidianità e di storia collettiva e li mostra nella loro “ verità”, ne svela l’anima e la potenzialità poetica. Le sue sculture sono strutturate come un racconto: immagini chiaramente focalizzate vengono collegate con una sapienza fatale ed insieme infantile testimone di una stravagante vocazione ludica e di un gesto estetico votato alla teatralizzazione.

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MICHELANGELO DAL POS

Rupe blu 2008

FUOCHI DENTRO
Il Rinascimento scopre la centralità dello sguardo dell’Artista che indaga e crea la realtà circostante attraverso la rappresentazione di vissuti interiori e la proiezione di categorie spazio – temporali della mente. In tal modo viene a strutturarsi la separazione tra soggetto e oggetto; all’interno di questa dualità il confine tra creatività e oggetto estetico,contenuto e contenitore,conscio e inconscio è continuamente mobile,da definire; è pervaso dalla trasparenza della storia, della realtà, del vedere “attraverso”. Castaldi, in questi ultimi lavori, si muove all’interno di questa dinamica: “inventa” ( trova, nel significato latino del termine) una realtà esterna all’ Io che ha intuito dentro di sé, nello spazio interiore più ancestrale, e che chiede di essere conosciuta, elaborata, vista, di essere capita e nuovamente interiorizzata secondo una misura di consapevolezza per diventare la verità esistenziale cui rapportarsi.


Aprile 2009 Su

BORIS BROLLO

… Le carte di Mimmo Castaldi assumono ora la freschezza di un bricolage di dis-alienato, felicemente colorate nei loro “arabesques” mediterranei. Si passa dall’esplosione cromatica che denuncia l’ emozionalità dell’Autore all’ implosione strutturale delle forme che creano situazioni spaesanti: fiabesche. Il tutto controllato da un nero di fondo che delimita, urta; sposta la visione costringendola dentro uno scenario teatrale aperto, il quale si svolge sulla piattezza del foglio.
Un lavoro questo, alchemico, di memoria ricostruita con passione e tenerezza.
Torino – Studio laboratorio (Aprile 1992)
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CARLO MASI x

DOMENICO CASTALDI & LE IMMAGINETTE DI FINE SECOLO
Ti conoscevo solo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti vedono

(Giobbe)
Oggi l’arte si trova in un cul-de-sac, quello postmoderno. Molti artisti privi di creatività, al di qua e al di là dell’oceano, ancora stravolti e addolorati per la deceduta modernità, sono ora riuniti attorno al corpo dell’arte, ormai in fase terminale avanzata, intenti a praticarle un delirante, quanto inutile e patetico “accanimento terapeutico”, fatto d’ immagini prive d’immaginazione, attinte dalla pittura del passato prossimo e remoto, elucubrazioni noiose e insulse, rigurgiti sconci e indecenti. Con quale risultato? Un gigantesco flop estetico con morte (della “ paziente”) garantita!
L’arte (forse sarebbe l’ora di cambiare sostantivo) può sopravvivere solo se gli artisti (altro sostantivo obsoleto) sanno trovare adeguatamente alternative estetiche – in tempo reale – al nuovo spazio antropologico che si trovano di fronte, caratterizzato dalle più avanzate tecnologie informatiche. Questa nuova situazione non è definibile in alcun contesto accademico, ma solo nei nuovi prototipi mentali provenienti dallo stadio attuale di civiltà.

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PAOLO VENTI

Brume 2008

VERSO LA LUCE DELL’INCENDIO
Speriamo che qualcuno ci prenda per mano e ci conduca sulle vie che portano all’essenza”. Ma questa è un’altra storia e Castaldi forse ce la racconterà più avanti.
Così nel 1998 chiudeva un suo articolo Michelangelo Dal Pos che della pittura è stato attento osservatore e critico. Erano i tempi delle immaginette, cioè di una serie cospicua di tele ( talora meglio cornici – contenitore) in cui l’artista giocava ad assemblare linguaggi diversi, fra il divertito e il provocatorio. Le icone della religiosità popolare e tradizionale, fatte di Madonne incoronate, di Cristi trafitti e di sante addolorate erano accostate alle icone della modernità consumistica fatte di marchi, etichette, fumetti, gnomi. Ne risultava una galleria suggestiva di citazioni che oscillava senza sosta fra antico e moderno, sacro e profano con lo scopo di creare attrito, di disorientare in questo mondo già così privo di orientamento.

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ALESSIO ALESSANDRINI

Annunciazione

PER GRAZIA RICEVUTA
I neo ex-voto di Mimmo Castaldi per un nuovo linguaggio
Non ci facciamo caso,e facciamo male. Intere pareti di molti santuari mariani (soprattutto) dei quali snobisticamente apprezziamo solo le linee architettoniche e qualche pala d’altare ,sono piene di quadretti di piccole dimensioni detti “ex-voto”. Il termine è forma ellittica da “ ex-voto suscepto”, cioè ”secondo il voto fatto. L’usanza ha origini decisamente pagane: sono doni fatti alla divinità in cambio di uno scampato pericolo o di una grazia ricevuta. Solo nel Medio Evo divennero patrimonio ma anche del mondo cristiano . Molti sono d ‘argento o di materiale meno nobile, che costituiscono proprio l’essenza del dono,ma quelli che ci interessano perche autentica espressione
di arte popolare sono i quadretti narrativi, dipinti da modesti pittori di paese a nome e per conto del miracolato o , raramente, dal miracolato medesimo.

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MARCO MARANGONI

Alberi bianchi 2008

PITTURE DEL FUOCO
Con questa nuova produzione pittorica, Domenico Castaldi ancora una volta ci regala il dono della sua fertile creatività. Molte sono state le tappe del suo itinerario artistico, molti i modi della sua avventura, attraverso il ritmo e la spazialità delle figure plastiche e delle pitture, secondo matrici segnate dalla volontà di comunicare per simboli, emblemi, per scarti di senso, al fine sempre di guadagnare un nuovo motivo di autenticità, di relazione io-mondo, invitandoci a conservare, quando è necessario, un patrimonio di echi della vita personale, per fare spazio, quando altrettanto è necessario, a percorsi inesplorati nel campo ampio e rischioso dell’esperienza. Non è un artista, Castaldi, che opera in un territorio protetto da scuole , da direzioni prescritte dal mercato. Egli lavora in solitudine, orientandosi con la bussola e l’interrogazione della sua arte; e risponde al bisogno di dare profondità storica al suo percorso creativo, dialogando direttamente con i grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea.

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CHIARA TAVELLA

Cacciata dei demòni

I “NUOVI SANTI” DI DOMENICO CASTALDI: UN RITRATTO IRONICO MA INDULGENTE DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA
Si possono individuare, nell’arte contemporanea, due opposte tendenze o atteggiamenti – da intendersi, ovviamente, non come categorie chiuse e incomunicanti ma come possibili linee interpretative di una realtà complessa, quella artistica, che sfugge comunque a ogni schematizzazione. Potremmo definirle la tendenza alla “immersione nel mondo” e la tendenza alla “ricostruzione del mondo secondo leggi universali”. Intendendo il termine “mondo” in un’accezione filosofica, direi esistenziale, come l’insieme cioè dei fenomeni, di tutto ciò che coinvolge i nostri sensi e parcellizza il tempo in una serie di istanti eterogenei, fatti di “particolari”, di “accidenti”. In poche parole, “mondo” è l’insieme dei fatti che accadono, dai minuti avvenimenti quotidiani a quelli più importanti, non ancora sistemati, però, in una logica consequenzialità retta da proprie leggi, non ancora divenuti, cioè, una “storia”. Nell’arte del secondo dopoguerra il primo dei due atteggiamenti si concretizza inizialmente nel movimento dell’Informale, nell’ambito del quale almeno le ricerche di tipo gestuale, come l’action painting, si basano su un tentativo di trascrizione immediata, nell’opera, delle pulsioni, degli istinti, degli stati interiori, di quel sottoinsieme di “mondo” che è costituito dalla sfera emotiva e inconscia della psiche.

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ENZO SANTESE

Riflessi sul Lemene

I FUOCHI DI DOMENICO CASTALDI
L’opera di Domenico Castaldi propone una realtà slegata dalla logica di appartenenza al mondo fisico e ben dentro la dinamica della sfera mentale. È per questo che i riferimenti riconoscibili sbiadiscono a tratti il contorno, fondendo con una forza magnetica del colore che, sottoposta a un’azione espansiva della luce, sistema l’immagine in una sorte di ambiente liquido,dove le cose fluttuano libere da vincoli di prospettiva e, quindi, si espongono alla possibilità di molteplici punti di vista. L’impianto cromatico, caratterizzato da tinte accese e talora baluginanti, quasi autentici “ fuochi “ , traduce sensazioni interne di calda adesione alle ragioni dell’esistenza. Il tutto mentre il segno innerva una struttura compositiva che si aferma con forza scenografica, come se si trattasse di una quinta che ami dati di un’interiorità sommossa e piena.
Galleria Alvona, Labin (Croazia, maggio 2009 )

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MARCELLO VENTUROLI

TRA ESSENZA ED ESISTENZA
Le bocche di castaldi con cui gridano frammenti di visi ( sono terre colorate) sono il principio di altre opere – amuleti contro il malocchio del conformismo e della ipocrisia: vedo sul muro altri suggestivi frammenti: pugni chiusi, vagine aperte, corna di due dita, e “tieni! Prendi questo”, col braccio nel braccio.
Arte Fiera Bologna 1994

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SABRINA ZANNIER

MILLE SIMBOLOGIE CELATE IN OGNI DETTAGLIO DELLE OPERE DI CASTALDI
Piccole bacheche, vivaci teatrini preziosamente incorniciati, a contenere un’immagine della Vergine con il bambino, una tartaruga sorridente, maschere caricaturiali, silhouettes di volti, cuori, stelle e fiori naif, un cagnolino recuperato dal mondo dei cartoons. I lavori di Domenico Castaldi, raccolti nella mostra “ Provare per credere” alla galleria Crossing di Portogruaro, si presentano come immagini dal sapore volutamente popolare, dove i minuti oggetti non sono recuperati, ma ricreati e dipinti con colori saturi e vivaci, quasi a testimoniare una sorta di urlo quale identificazione di una presenza, attraverso la summa di frammenti di mondo.

Messaggero Veneto – inserto, 6 novembre 1994

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BORIS BROLLO

ALLA FINE DEGLI ANNI ‘80
Quando alla fine degli anni ’80, visitando Vienna, entrai al Palais Lichtenstein per visitare la collezione rimasi sorpreso da una mostra allestita da un artista francese allora di moda: Garouste. La sorpresa non fu tanto per la sua pittura molto nota agli addetti né per il suo grande formato lì esposto, bensì per una serie di piccole sculture in bronzo che facevano da pendant ai quadri. Le trovai invece autonome dalla pittura di Garouste e molto accattivanti, sembravano scene surreali, alcune legate alla tauromachia e molto filiformi, verminose ma appunto per questo intriganti. Esse si muovevano intorno alla vita nascente delle cose e quindi embrionali. Erano nuove nel loro genere e Garouste confermava la sua qualità di scultore. Enorme fu quindi la mia emozione quando mi ritrovai davanti a un gruppo di sculture dell’artista Domenico Castaldi nella sua casa.

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SARA CARNELOS

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TRA ESSENZA ED ESISTENZA
Sembra che Domenico Castaldi con le sue opere abbia individuato un disegno universale. Tale elaborazione personale è ora in esposizione al centro d’arte Grigoletti a Pordenone e sarà poi trasferita nell’allestimento portogruarese ai Molini.
Essenza ed Esistenza è l’itinerario consono della mitologia classica che ancora è dirompente in diversi luoghi in Italia e all’estero e si trova a coesistere con il Duemila delle produzioni seriali, dell’itinerante procedere per campioni del mercato globale dei consumi. Castaldi, che non è affatto insensibile a taluni passaggi epocali, costruisce con il colore provocatorio dei manifesti pubblicitari le vicissitudini umane, impadronendosi del linguaggio visivo massmediale dei fumetti, dell’informazione propagandistica, del mondo dei cartoons e degli oggetti cult, richiamando l’attenzione a un ordine poco naturale.

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