Flavia Benvenuto Strumendo – Domenico Castaldi Pittore

Flavia Benvenuto Strumendo

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Mimmo Castaldi si è formato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Trasferitosi a Portogruaro ha accompagnato all’attività di insegnante quella di operatore culturale, pittore e scultore. E’ un’artista che, da sempre, ha rifiutato l’ovvietà e la facile seduzione di una modernità sradicata per privilegiare una pittura come luogo in cui esteriorizzare il proprio mondo interiore. Ha iniziato ad esporre in sedi autorevoli negli anni ‘80 – con positivi consensi di critica e di pubblico – accreditandosi su un discorso figurativo portato su toni alti. Fin dagli esordi si è distinto per uno stile personale – sottolineato da una napoletanità e da una sottile vena ironica intrisa di vaga inquietudine. Dagli anni ‘90 si misura anche con la scultura esprimendosi nel modellato della terracotta; si avvale cioè della creta, un materiale morbido, cedevole, acquiescente alla sua volontà (“pronto” alla manipolazione e alla trasformazione) per dar forma ad immagini che si caratterizzano per una singolare incisività e per un poetico cromatismo. Sono sculture per lo più enfatizzate su un’esuberanza barocca o popolaresca oppure suggestionate dal mito.

In questa mostra ci propone una silloge di opere della sua più recente stagione creativa nella quale egli, nel vivo di un “viaggio dentro di sè”, nel pieno di una autentica tensione problematica sembra aver individuato un nuovo ed emozionale modo di descrivere il reale e nuovi fondamenti di poetica su cui sviluppare il proprio lavoro. L’artista afferma di essere guidato nel suo agire pittorico unicamente dal piacere creativo. In verità una lettura attenta delle sue opere ci permette di cogliere – oltre l’abilità disegnativa, la naturalezza gestuale, la sapienza cromatica, elementi che svelano una vocazione ad uscire dal prevedibile per creare una situazione di straniamento. La sua pittura, infatti, è percorsa da reminescenze culturali, da simboli, da allegorie, da atmosfere enigmatiche, sottointese che sfuggono dai confini del ludico. Castaldi estrapola le “ citazioni” nella loro geometria essenziale e le propone non come antefatto formativo ma in originale riedizione. Esse entrano in scena con leggerezza e convivono armonicamente con gli altri componenti del racconto pittorico.

Spesso nel quadro si accampano più nuclei narrativi, accentuati dall’utilizzo della linea curva, sinuosa ed avvolgente, impregnata di energia e di sensualità, voce di un animo palpitante. E’ una linea marcata che o, inarcandosi, solca la superficie o delimita volumi, che accolgono oggetti-sensazioni per impedire che scompaiono, risucchiati dallo spazio e dal tempo.
Nella composizione gli oggetti sono disposti su piani in bilico, governati da una prospettiva improbabile; a volte essi fluttuano leggeri nell’aria come se avessero perso la forza di gravità.

Nascono così opere stranianti, esplosive, cromaticamente capaci (per la varietà degli elementi disposti, per la presenza di più piani, per il dilatarsi delle superfici di appoggio) di svelare una vocazione scenica ma anche una condizione dell’animo, libera da preconcetti concettualistici e protesa a cogliere commozioni segrete e il flusso delle pulsioni interne.